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La relazione tra musica e guarigione - I benefici delle CAMPANE TIBETANE

18/11/2022

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E' ormai risaputo che i suoni influenzano le reazioni chimiche ed i sistemi biologici. Ma non solo.
In maniera più tangibile i suoni sono in grado di modificare la temperatura della pelle, ridurre la pressione arteriosa, la tensione muscolare ed influenzare le frequenze delle onde cerebrali.
Il Suono è vibrazione e ogni vibrazione ha una frequenza specifica. In natura tutto vibra ed emette un suono: atomi, molecole, DNA, cellule, organi... ognuno di essi ha una vibrazione specifica e può essere influenzato per effetto della risonanza simpatetica; perfino il nostro cervello può essere stimolato a sincronizzarsi e favorire così il rilassamento psicofisico ed un benessere olistico.
I suoni interagiscono con il nostro corpo anche in base alla loro componente frequenziale, infatti di solito i suoni bassi (detti gravi) stimolano le parti inferiori del corpo, mentre invece quelli alti (acuti) le parti superiori.
La ricerca scientifica ha dimostrato che il suono e le vibrazioni hanno un forte impatto sulla materia. Per esempio, lo studio della Cimatica ha mostrato come il suono crei motivi geometrici (E. Chladni, H. Jenny), la ricerca russa ci ha svelato che le frequenze possono influenzare e riprogrammare il DNA (P. Garjajev), in Giappone il Dr. Emoto ha scoperto che il suono può anche cambiare la struttura molecolare dell'acqua.
Tuttavia, l'aspetto più importante è il potere del suono di influenzare la coscienza.
Molte civiltà antiche e moderne utilizzano il suono da migliaia di anni per guarire ed avere accesso a livelli più alti di coscienza. Nelle misteriose scuole dell'antico Egitto la guarigione e il suono erano considerati componenti di sviluppo della scienza sacra. Anche nell''antica Grecia, Platone che condivideva questa profonda convinzione, considerava tutto l'universo come costituito da sequenze di suoni. La nostra capacità di ascolto inizia alla sedicesima settimana dopo il concepimento e continua fino alla nostra morte, ascoltare è quindi un fenomeno fisico costante.
Tutti possono sperimentare la potenza del suono.
Ogni giorno nella nostra vita siamo soggetti a dei veri e propri bagni sonori, spesso deleteri, come quando siamo immersi nel traffico o in metropolitana, ed è per questo che bisogna fare attenzione alla propria "dieta sonora", cercando di dedicare più tempo ai suoni benefici, come passare del tempo in mezzo alla natura, tra il canto degli uccelli, il suono delle onde del mare, il silenzio meditativo della montagna.
La suonoterapia rappresenta un metodo naturale, un approccio olistico al benessere di corpo, mente e spirito. Le terapie con il suono (come la musicoterapia e le campane tibetane) stimolano l’armonia del corpo e ridonano equilibrio alla mente.                                                                 
Un bagno di suono e vibrazioni con le campane tibetane è un trattamento naturale che mette in sintonia tutto l’essere. Le vibrazioni sane e benefiche di questi antichi strumenti orientali (vi sono reperti risalenti al IV secolo a. C.) donano pace e tranquillità. In modo particolare le campane tibetane si dimostrano efficaci in caso di: insonnia, paura, attacchi di panico, contratture muscolari, infiammazioni articolari e tendinee, ansia, tachicardia, aritmia cardiaca, deficit di attenzione, iperattività.
 
Alcuni effetti benefici delle campane tibetane:

  • Conducono a un profondo stato di rilassamento e di pace interiore
  • Energizzano e armonizzano il sistema bioenergetico
  • Rimuovono lo stress
  • Placano la mente
  • Sedano il nervosismo
  • Rafforzano la concentrazione e la consapevolezza
  • Stimolano la percezione e l’intuizione
  • Risolvono i più comuni disturbi del sonno
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IL GIARDINO EDUCATIVO

23/8/2019

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IN QUALE DIREZIONE SI MUOVE L’EDUCAZIONE OGGI?

“Aver cura” di un altro essere umano, ancor più se in un tempo di vita fragile e plasmabile come è quella di bambini e adolescenti, implica un processo di insegnamento rispettoso e un’assunzione di piena responsabilità. Il “prendersi cura” è un’attenzione sottile e costante, uno sguardo partecipe e vigile, che, oggi più che mai, richiama a una responsabilità d’insegnamento piena, che va oltre nozioni e saperi. Nel nostro tempo, nella complessa società contemporanea, in cui precarietà e disorientamento appartengono al quotidiano, vi è la necessità di guardare all’essere umano nella sua interezza per condurre ciascun figlio e allievo a divenire costruttore-artefice del proprio percorso di ben-essere. Educhiamo i nostri bambini ad amare la vita e a contemplarla con stupore e meraviglia, insegnando a guardarla con rispetto e a coglierne il senso e il significato. Educhiamo ad amare se stessi, coltivando i propri talenti e mettendosi in ascolto della propria natura. Insegniamo la fiducia, la gratitudine, la compassione. Promuoviamo atteggiamenti positivi e buone relazioni, educandoci a coltivare rapporti di accoglienza e di rispetto con gli altri esseri umani e dimostrandoci capaci di relazionarci in modo corretto e disteso, senza rivalità e ostilità, nei confronti degli altri. Dimostriamoci adulti sereni, portatori di pace e di ben-essere. Insegniamo il rispetto, la comprensione, la gentilezza. Insegniamo ad accogliere ogni giorno nuovo come un dono e un’opportunità; muoviamo il nostro agire dalla ricerca e non dalla perfezione. Insegniamo l’equilibrio tra razionalità e sentimento, educhiamo all’accoglimento delle proprie emozioni, facendoci adulti attenti a contenere rabbia e frustrazione, controllando il tono di voce e tenendo a bada ego e vanità. Insegniamo che sbagliare è un’occasione per apprendere e crescere, ed educhiamo i giovani a elaborare le sconfitte, senza temerle, persistendo a provare, senza scoraggiarsi, facendosi protagonisti attivi e responsabilmente autonomi del proprio percorso di apprendimento. Insegniamo che l’atteggiamento di cooperazione è più favorevole (a sé e agli altri) di quello competitivo. Educhiamo bambini e ragazzi al coraggio, alla libertà di pensiero, a tendere l’orecchio (e il cuore) al silenzio della propria mente. Favoriamo l’ascolto di sé e dell’altro, educhiamo al pensiero, perché è proprio in questa dinamicità data dalla reciprocità che avviene la magia dell’apprendere. Il pensiero afferma la propria autonomia e creatività proprio nell’istante in cui si dichiara disposto ad accogliere le illusioni dell’altro (non vi sono verità assolute nell’insegnamento), ad argomentarle, proporre soluzioni, trovare contraddizioni. Solamente a queste condizioni l’incontro con l’altro diviene partecipazione libera, promozione di un pensiero autonomo e responsabile (non precostituito) e si fa possibilità di realizzare nuovi orizzonti. Costruiamo l’insegnamento partendo dallo sguardo d’incontro e muoviamo l’apprendimento dalle esperienze, perché, come sostiene la filosofa spagnola Maria Zambrano, non vi può essere “divorzio tra sapere e vita, tra scuola e realtà, tra studio ed esperienza”.

Simona Magagnin

TAG: EDUCAZIONE APPRENDIMENTO RECIPROCITA’ BAMBINI INFANZIA INSEGNAMENTO VITA RELAZIONE SCAMBIO INCONTRO MARIAZAMBRANO INSEGANANTI GENITORI EDUCATORI INSEGNAREAMORE BENESSERE BAMBINIFELICI SCUOLA CRESCITA AMOREVOLEZZA FIDUCIA SCONFITTA SBAGLIARE ERRORE OPPORTUNITA’ PROTAGONISTA CO-COSTRUTTORI COOPERAZIONE CORAGGIO LIBERTA’DIPENSIERO PENSIERO CREATIVITA’ PENSIEROAUTONOMO AMARESESTESSI.

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la cascina olistica

13/1/2019

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PORTA CHIAREZZA MENTALE ATTRAVERSO
​IL RESPIRO


Il respiro è il processo più vitale del corpo, ma è anche un meraviglioso regolatore fisiologico ed emozionale. La respirazione profonda stimola infatti l’energia e la vitalità, porta chiarezza mentale, favorisce l’intuizione e conduce alla pace interiore. Il respiro è la grande risorsa che l’uomo ha sempre con sé per portare chiarezza alla propria mente e pace agli stati ansiogeni. 

Divenire attenti osservatori dei propri processi permette di entrare in risonanza profonda con se stessi e favorisce il benessere generale.

Essere consapevoli del proprio corpo, in generale, e del processo respiratorio, nello specifico, significa riequilibrare il proprio stato fisico, emotivo e mentale, alleviare lo stress, le tensioni cerebrali, la rabbia e l’ansia. Una respirazione consapevole influenza l’attività di ogni cellula e la gestione delle emozioni negative derivanti da stimoli e realtà esterne, diviene più facile.

Le pratiche di respirazione consapevole mi hanno aiutata molto nella ricerca di me stessa e nella definizione del mio tracciato di vita. Tornare al proprio respiro è ogni volta portare l’attenzione a sé, ascoltarsi, rallentare i  ritmi frenetici  e confusi che molte volte regolavano (o per meglio dire: disordinano) le giornate.

Trovo che l’ascolto consapevole del proprio respiro sia, tra tutte le meditazioni, la migliore per riconnettersi a sé. Fluire al proprio ritmo naturale è un dono meraviglioso che facciamo a noi stessi per coltivare la presenza consapevole al momento e a sé. Quando siamo con noi stessi, pienamente, abbiamo maggiore presenza al momento qui e ora e ciò ci permette di stare sul nostro pezzo anziché tenere il ritmo sul pezzo degli altri. Questo predispone la nostra presa di coscienza e la scoperta della nostra vera essenza, ci consegna con maggiore chiarezza e apertura al nostro centro, favorendo le sensazioni e quindi anche le scelte.

Natura e respirazione consapevole sono i miei alleati quotidiani nei momenti di tensione e di difficoltà. L’attenzione consapevole al battito e al respiro, l’osservazione dei propri stati mentali e delle proprie emozioni, l’ascolto di sé, degli altri e di altro attorno a sé, permettono un vivere sereno e libero. Il respiro è come una preghiera, è l’alito vitale che appartiene al mondo e a tutti gli esseri, che parla della vita e appartiene a ciascun uomo e all’anima del mondo intero.

Ah, quanta potenza vitale c’è in un respiro, soffio divino e radice del mondo! Quanta consapevolezza di sé e del mondo può portare un respiro! Se solo riuscissimo, ad ogni respiro, esserne consapevoli, quanta gioia potremmo portare dentro di noi e quanta ne potremmo espandere al mondo! Se riuscissimo ad accorgerci del dono prezioso e unico che la vita offre ad ogni singolo respiro, allora si che sapremmo apprezzarne ogni attimo, senza dar nulla per scontato, consapevoli dell’essenza comune che lega tutti gli uomini. 

Simona Magagnin
 
TAG RESPIRO RESPIRAZIONE MEDITAZIONE BENESSERE QUIEORA CHIAREZZAMENTALE EQUILIBRIO CONSAPEVOLEZZA ATTENZIONE SOFFIO ASCOLTODISE’ EMOZIONI STRESS VITALITA’ ENERGIA RESPIRAZIONECONSAPEVOLE


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la natura in un barattolo

7/1/2019

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COME PRODURRE IN CASA UN PRODOTTO OMEOPATICO:  LA TINTURA MADRE

Fin dall’antichità gli uomini hanno cercato nel mondo naturale, in particolare nelle piante, rimedi a condizioni di salute più o meno gravi. Oggi vi è una riscoperta dei numerosi benefici che può offrire la medicina erboristica e, coniugando conoscenza a buona volontà, possiamo addirittura preparare in casa da noi stessi i più comuni prodotti erboristici.

Oggi spiegherò come preparare in casa una tintura madre.

Si tratta di un prodotto omeopatico, il cui procedimento prevede di mettere in ammollo la pianta in una soluzione di acqua e alcool e lasciare tutto in macerazione, per poi assumere il liquido di macerazione in gocce. Il funzionamento prevede lo sbattimento del flacone tra un passaggio e l’altro ed è proprio questo, secondo l’omeopatia, che scatena il potenziamento del prodotto. Secondo tale principio più il prodotto viene diluito, maggiore è il suo potenziamento, proprio a causa di queste scosse dovute allo sbattimento con potere dinamizzante.

Se per tisane si intendono tutte le preparazioni che hanno come solvente l’acqua (più diluita), le tinture hanno come solvente l’alcool a 95°. La tintura madre è una forma pratica ed “elegante” di estrazione delle proprietà delle piante, da poter avere sempre a portata di mano... o di borsetta J Tinture e tisane esprimono uguali proprietà, anche se la tintura, in cui viene utilizzato un solvente misto, esalta le sue proprietà reattive sia all’alcool che all’acqua. Attenzione però: la dose di acqua e quella di alcool devono essere in proporzione!
 
Dosi medie: 1 kg di pianta + 1 kg di alcool + ¼ di acqua circa 250 gr
 
PROCEDIMENTO:
Indicazioni preliminari: utilizzare solo piante fresche; non lavare le piante altrimenti perdono parte delle loro proprietà.

1°: PER ESPRESSIONE (metodo tedesco)
  • Lavorare la pianta (foglie, fiori, radici … pianta intera) con un torchio/centrifuga, estrattore ed estrarre il succo.
  • Aggiungo uguale quantitativo in peso di alcool 95°. Il succo filtrato è instabile e si ossida e perde proprietà velocemente, quindi procedere velocemente. L’alcool ha la funzione di conservare il prodotto.
  • Mettere il preparato in frigo per un giorno.
  • Separare il deposito del fondo (terra, fango, …) dalla parte superiore, che è quella da tenere.
  • Conservare la tintura in un vaso a chiusura ermetica in un luogo al buio. Si conserva per anni.
 
 
2° : PER MACERAZIONE (francese)
tra i due è il sistema più laborioso ma è anche il più frequentemente usato e quello che io stessa uso.
  • Fare un pesto/trito di pianta es. tarassaco. (0,50-1 cm)
  • Pesare.
  • Mettere il trito pesato in un vaso di vetro o acciaio inox + miscela di alcool e acqua. Le dosi medie della soluzione: per ogni kg di pianta circa 1 kg di alcool e 250 gr d’acqua. (per dosi precise a seconda della specificità della pianta consultare tabelle erboristiche). Per piante ad alto contenuto d’acqua, aggiungere un quantitativo d’acqua inferiore (es. tarassaco e carciofo). L’alcool in questo metodo serve ad estrarre le proprietà della pianta.
  • Chiudere il recipiente e ricoprirlo con la pellicola d’alluminio per non far filtrare la luce.
  • Se temperatura è superiore ai 20 gradi: agitare il recipiente per 4-6 settimane almeno a giorni alterni; se temperatura è più fredda: aumentare i tempi di potenziamento. Nel caso in cui la pianta rimanga in superficie, cioè non coperta dalla soluzione, mescolare.
  • Filtrare il preparato con un colino. La tintura è pronta per essere assunta.
 

QUALI PIANTE?
Non è sempre possibile utilizzare questo metodo. Per esempio non è possibile con piante ad alto contenuto di mucillaggini, che richiedono acqua. Per questo motivo TIGLIO, PIANTAGGINE, LINO, MALVA, ALTEA non sono reperibili in compresse e in tinture
 
QUANTITA’…
Un kg di prodotto soddisfa l’uso di una famiglia e parenti per un anno abbondante. Si consiglia di mettere la tintura madre in pratici contagocce.
 
ASSUNZIONE …
Vi è una variabilità tra una pianta e l’altra, comunque consideriamo una media di 30-40 gocce al giorno per 3 volte al dì, assunte a digiuno e con un po’ d’acqua.
 
PER I BAMBINI …
Adoperare l’accorgimento di versare le gocce di tintura madre in acqua calda per far evaporare un po’ l’alcool.

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    MUSICA E GUARIGIONE -CAMPANE TIBETANE
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